frequentando una palestra nota del Frusinate, visto che il tempo a disposizione a Frosinone va impiegato bene e visto che bisogna buttare giù la panza, mi imbatto puntualmente nei famosi tappeti rotolanti, che fanno tanto figo e fanno pure tanto sudare se ci si sta sopra abbastanza.
La "mia" palestra è sita in zona campo sportivo, nei pressi di quel monumento del quale da bambino chiesi conto a mio padre chiedendogli il significato di quell'accatastamento di metallo, mio padre , da buon romano trapiantato a Frosinone (glisso per decenza familiare su questo fatto), rispose perentoriamente: "non lo so, secondo me non c'ha capito un cazzo manco chi l'ha fatto".
Ma non è questo il punto. I tappeti rotolanti sono disposti nella mia palestra a L. Correre per molto tempo comporta distrazioni, musica, si certo, o televisione, a seconda di quali adoperi. Puoi quindi usare i tappeti di fronte la televisione, che ti completano la visuale con la gente impegnata a sudare in altra maniera, oppure - e qui arriviamo al punto - utilizzare i tappetoni posti davanti la vetrata che danno appunto sull'ammasso di lamiera definito monumento. E non solo.
E si perchè l'altro giorno, alzando un po' di più lo sguardo in cosa mi sono imbattuto? nel super parcheggio!
Esattamente, il mega parcheggio completato dopo decenni, con la mano del privato, che di colpo ha impedito a noi tutti fruitori della palestra di parcheggiare sulle strisce blu inattive, o nei lati della strada che costeggia il centro di sudore a pagamento. Le multe ora fioccano sia per chi abusa delle strisce blu sia per chi lascia in strada l'auto. Meno male che la palestra ha pensato bene di recuperare degli spazi propri rendendo ancora più agevole la vita ai suoi frequentatori e - udite udite - senza alterare di neanche un centesimo il prezzo.
Tralasciando tutti i discorsi sull'utilità del parcheggio, vi posso dire che correre vedendo questa struttura enorme, orribile, e soprattutto DESOLATA rende ancora più pesante la corsa sul tappeto. A nulla serve l'heavy metal sparato nelle cuffie, il multipiano vince sempre. Ad oggi, in orario tardo pomeridiano non mi sono ancora imbattuto visivamente in un auto che osasse varcare la soglia del parcheggio, neanche fosse la porta dell'Inferno. Ma che magari non serve?
In ogni caso, o in conclusione per citare Vergassola, correre al caldo guardando il multipiano non ha prezzo.
Un consiglio. Spegnete le luci almeno risparmiate(amo?) la bolletta!!!!
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Beh, il cosiddetto "cannone", ossia, "l'ammasso di lamiera" di cui si parla è opera di una dei massimi esponenti della scultura italiana e mondiale del Novecento: Umberto Mastroianni, ciociaro di Fontana Liri (nella vicina Arpino esiste uno splendido museo civico ove sono esposte molte sue opere) e zio del famoso Marcello Mastroianni.
RispondiEliminaPrecisamente, il citato "ammasso di lamiera definito monumento" è in realtà il "Monumento ai caduti di tutte le guerre" realizzato nel 1971 ed in acciaio.
Dal suo nome si comprende il motivo della sua forma...ossia, l'ineplicabile e contorto groviglio di ragioni che spingono gli uomini ad uccidersi e straziarsi vicendevolmente attraverso armi di metallo che deturpano e riducono ad un "ammasso" di brandelli l'altrimenti naturale bellezza dell'umanità e della Terra.